Il tema immigrazione è sicuramente una questione sempre attuale, un argomento sensibile che richiede sempre più attenzione da parte di enti e istituzioni. I flussi migratori che interessano l’Italia sono molteplici; non solo quelli provenienti dai Paesi Africani, ma anche da quelli Orientali e Mediorientali, da quelli del Sud-America e, di rilievo soprattutto nell’ultimo anno a causa della situazione di guerra, quelli provenienti dall’Ucraina.
Il SAI, come servizio di accoglienza immigrazione, è in prima linea per accogliere, affiancare e sostenere in maniera fattiva coloro che, per ragioni diverse, sono costretti ad abbandonare i loro paesi d’origine. Questa realtà opera tramite un progetto finanziato dai Ministero degli Interni e approdato al Comune di Itri nel 2014; qui è gestito in house, ossia è lo stesso personale comunale, con specifiche professionalità e competenze, ad essere coinvolto.
Questo progetto è cresciuto nel tempo; si è passati dai 15 beneficiari del 2014 agli attuali 40; un rilevante aumento si è rilevato proprio durante l’attuale assessorato ai Servizi Sociali e Sanità guidato dall’Assessore Mario Di Mattia nel corso del quale il numero di soggetti seguiti è passato dai 25 del 2021 ai 40 del 2022.
Il progetto è stato rinnovato anche per il prossimo triennio e vede sempre come obiettivi prioritari la qualità dell’accoglienza e la trasparenza. Le parole dell’Assessore Di Mattia sono semplici e chiare, l’impegno è “[…] fare accoglienza di qualità per far sì che questa integrazione sia un’integrazione, non solo a livello assistenziale, ma un’integrazione anche a livello lavorativo[…]”.
I beneficiari del progetto SAI vengono inseriti in aziende del territorio per acquisire competenze che consentiranno loro, una volta terminato il progetto, di sviluppare un’autonomia lavorativa finalizzata alla creazione di una nuova vita integrandosi a pieno nel tessuto sociale di riferimento.
Per far comprendere meglio e diffondere quello che è il progetto SAI, in quest’anno appena trascorso si è data anche una svolta alla comunicazione dell’ente, dai cambiamenti all’interno dello staff, al nuovo sito web, alle pagine e ai profili social. Tutto per dare un’impronta più “diffusiva”, per promuovere e raccontare l’attività del SAI anche al di fuori del territorio di Itri dando maggiore visibilità a storie, non solo di accoglienza, ma soprattutto di integrazione.
Storie come quella di Anhelina e Viktor, con i loro 4 bambini, arrivati dall’Ucraina dopo un lungo viaggio in macchina, lasciandosi alle spalle gli orrori della guerra. I loro bambini sono ora perfettamente integrati nel tessuto sociale itrano, vanno a scuola, praticano sport, hanno stretto nuove amicizie. Questa famiglia ha ora una casa e un lavoro; hanno trovato qui anche tutto l’aiuto e il sostegno per il loro bimbo disabile, un supporto che, come emerge dalle parole di Anhelina, forse nel loro paese non avrebbero avuto. Ora si augurano di poter restare in Italia e ringraziano tutti coloro che hanno permesso loro di trovare questa serenità.
Lo stesso auspicio è quello di Moises e Ivete, lui venezuelano, lei peruviana, con il loro bimbo di 7 mesi. Moisess lascia il Venezuela nel 2017 per la precaria situazione politica ed economica e arriva in Perù dove incontra Ivete; da qui partono insieme e, passando prima per l’Olanda e la Svizzera, arrivano in Italia, a Itri, dove diventano beneficiari del progetto SAI. Ciò per cui sono grati è l’accoglienza e la solidarietà ricevuti e, soprattutto, ringraziano per quel lavoro che permetterà loro di pianificare un futuro, avere una seconda possibilità per costruirsi una nuova vita.
Queste sono le storie che il SAI vuole raccontare e per il 2023 l’Assessore Di Mattia si propone di realizzare una sua idea: portare la comunicazione dell’ente anche sul media radio grazie alla collaborazione con un’emittente radiofonica locale attraverso la quale saranno i diretti beneficiari dell’attività del SAI a raccontare le proprie esperienze.
Un modo per condividere e portare all’attenzione dei cittadini l’attività del SAI con il suo progetto pilota di cui Itri è stato uno dei primi comuni destinatari, progetto che continuerà con costanza, impegno e determinazione a perseguire i suoi obiettivi di accoglienza e integrazione.