Se hai un cuore buttalo oltre l’ostacolo, recita il detto. È esattamente quello che ha fatto K (prendiamo in prestito uno pseudonimo kafkiano per tutelare la privacy del nostro beneficiario) in questa domenica di dicembre, nella quale si respira aria di festività natalizia. Sono le sette e trenta del mattino quando suona la sveglia che avvisa K di doversi alzare per andare ad onorare la manifestazione podistica “Corri nella terra di Fra Diavolo”, organizzata dalla società sportiva Poligolfo Gaeta. La giornata è fredda ma K ha cuore e piedi caldi, non ha paura delle ostilità legate alla temperatura e al pregiudizio. Alla partenza si presentano ben centocinquanta atleti e K è l’unico con la pelle scura ma a lui – come a noi del resto – non importa, perché il colore è diverso ma la materia è la stessa, è la sostanza di cui sono fatti tutti gli uomini del globo, tutti i cittadini di questo mondo. Partenza e via. K si mette subito nel gruppetto dei primi e man mano che la manifestazione va avanti aumentano gli incitamenti della gente, dei compagni dello Sprar Itri che si sono messi a disposizione dell’organizzazione per presidiare i punti ristoro, delle persone che alla partenza lo guardavano di sottecchi. Col passare dei chilometri K consolida la posizione e la considerazione che gli spettatori hanno di lui. Si arrampica sulle salite come un gatto delle nevi, si scioglie nelle discese come un miracoloso fluido in grado di mettere tutti d’accordo. Il ragazzo ha stoffa da vendere. Il risultato finale è straordinario perché K si piazza sul secondo gradino del podio per la categoria di riferimento (sm under 30). Ma lui non è soddisfatto, perché poteva dare di più ma non conosceva il percorso, non aveva potuto provarlo (e quindi neanche allenarsi) perché impegnato nel lavoro e nella scuola di italiano pomeridiana. K si era tenuto le energie per affrontare nuovamente le salite del centro storico, che però nel secondo giro del circuito non erano previste ma quando se ne accorge è troppo tardi ed i primi sono già lontani abbastanza da non poter essere raggiunti. Poteva piazzarsi meglio K e lui lo sa, ma non sa quanto ha fatto per la nostra comunità. All’arrivo sulla linea del traguardo viene subissato dai complimenti e dall’ammirazione generale. C’è chi lo vorrebbe seguire sportivamente per fargli fare le maratone, c’è chi gli chiede se si alleni con costanza, c’è chi non vede più un colore diverso nella sua pelle (ad onor del vero tutti). Allora capisci che nello sport le differenze culturali si abbattono, che di fronte alla fatica il pregiudizio risulta essere un giornale di ieri – come cantava Ciampi – e poi capisci che il grande cuore di K, che batte forte, ha gonfiato il petto di una comunità, ha gonfiato il petto dello Sprar Itri, ha gonfiato il petto di tutti noi umili cittadini del mondo. Grazie K per tutto quello che hai fatto per noi, con la tua naturalezza, con la tua semplice e trascinante voglia di correre per le vie del nostro paese. Noi dello Sprar Itri siamo fortunati, ospitiamo nel progetto dei ragazzi meravigliosi e K è uno di questi.
*Si ringrazia il Circolo Fotografico “L’altro sguardo” per la gentile concessione delle foto